L’Associazione Volontari Ospedalieri  ha festeggiato nel dicembre 2011 il traguardo importante dei 20 anni di servizio nell’ospedale di Schio. Siamo circa  un centinaio a Schio, ma quasi 30.000 in tutta Italia, uniti da un solo scopo: umanizzare le corsie di ospedali e case di riposo,portando sollievo, vicinanza, attenzione  a chi vive, magari in solitudine, l’esperienza della malattia. La nostra presenza in corsia è fatta di piccole cose: servizio, ascolto, rispetto, tenerezza, disponibilità, condivisione.

A tutti noi volontari, vecchi e nuovi, questa esperienza regala un’esistenza piena, consapevole e utile: quante volte ci sembra di sprecare il nostro tempo?   Il servizio al malato ci insegna a dare sostanza e valore al tempo, e a vivere la vita con  gratitudine.

È facile, nel vortice delle cose fa fare ogni giorno, perdere di vista le cose davvero importanti e necessarie. Il servizio, l’ascolto e la vicinanza al fratello malato sono la cura contro l’individualismo che riempie azioni e pensieri degli uomini dei nostri giorni.

La relazione con l’altro è sempre una fonte di ricchezza, ma diventa scuola di vita a contatto con la malattia, e ci costringe a  riflettere sul valore della vita e della salute, e certamente ci interroga sul senso del dolore e della morte.

Avvicinarsi alla sofferenza ci aiuta a crescere come persone; tutti noi volontari abbiamo sperimentato la ricchezza che è racchiusa nel dare, molto più che nell’avere, e vi assicuro che non è un modo di dire o una frase fatta, ma è esperienza toccata con mano. Abbiamo scoperto che la vita acquista  un senso profondo quando viene donata, e non tenuta per sé.

La nostra è un’associazione laica, aperta a tutte le persone di buona volontà, ma per molti di noi  la motivazione a fare AVO non è soltanto etica: si tratta di tradurre in stile di vita il nostro credere, testimoniando con le opere che abbiamo incontrato l’amore di Dio.

Tutto ciò che siamo ci è stato regalato, perciò anche la nostra vita può diventare dono.

Il nostro volontariato è gratuito, l’amore vero non può che essere gratuito, perché nasce da un desiderio e non da un obbligo; e spesso il bene è anche  contagioso, perché chi possiede una grande gioia nel cuore fa fatica a  nasconderla, e sente l’esigenza di condividere con gli altri questo  dono.

E’ così che in questi vent’anni si sono aggiunti tanti amici, a cui rivolgiamo un pensiero affettuoso: a chi continua, a chi per motivi diversi non può più fare servizio, ma il malato lo porta nel cuore. E oggi non possiamo dimenticare tutti gli amici volontari che in questi 20 anni ci hanno lasciato qui sulla terra, ma che sono e resteranno sempre vivi nel nostro ricordo.

Stare a contatto con la sofferenza non è sempre facile, per questo è necessario camminare insieme per rinnovare le motivazioni del nostro agire. I corsi di formazione permanente, le riunioni di gruppo, e le occasioni speciali come questa servono a  riprendere con entusiasmo il nostro cammino accanto al fratello che soffre.

Annamaria Roccato