Milano, 11 settembre 2013

Carissime AVO, Presidenti Regionali, Federavo e Ass. ne Fondatori,

prima di tutto voglio (ed è doveroso) dirvi:

  •  che vi ringrazio per aver incarnato il carisma che mi è stato donato ormai da ben 40 anni,
  •  e per la vostra attività di consolazione (“non ti lascerò solo/a”) presso il malato.

Le condizioni di salute e gli anni accumulati rendono sempre più precaria la mia possibilità di incontri personali. E’ segno che la volontà di Dio è che il mio compito sia esaurito, ma non può certo esaurirsi l’amore che ho per voi.

Tuttavia sono ancora impegnato in un’ultima impresa, che mi occupa ormai da anni, e nella quale sono pure impegnati importanti collaboratori (sociologa dell’Università Cattolica, Clinica del Lavoro, psicologi e psichiatri, studio avv. Grassani, associazioni di Volontariato – Itaca, ecc), che riguardano metodi di lavoro, provvedimenti di legge, destinati a facilitare il reinserimento

nella società dei portatori di disabilità mentale.

Rientra nei doveri di ogni cristiano l’accompagnamento nel vivere quotidiano dei poveri più poveri, e a maggior ragione coloro che sono impoveriti in quel che più conta a distinguere l’essere umano: stima di sé, affettività, amore per l’altro, utilità sociale.

L’AVO è stata una delle prime a coltivare questo progetto e molto si è fatto soprattutto in alcune nostre Sedi (Es.: Genova, Cagliari, Roma, Torino, Monselice).

Ora è venuto il momento di concretizzare tutto il lavoro fatto per un miglioramento della qualità di vita dei nostri fratelli e sorelle così duramente provati.

Si terrà a Milano nel prossimo Aprile un convegno con tutte le forze impegnate e per rendere presente al potere pubblico e alla nostra società ciò che si può fare, modificare, stimolare in campo psichiatrico, vastissimo, come denunciano le statistiche (6-8% della popolazione).

Valgano di stimolo i risultati ottenuti in altre nazioni (vedi Germania in particolare) per convincere i non pochi scettici.

All’AVO viene richiesto di presentare i casi di rapporto di reciprocità fra volontari e malati psichici per dare sostegno alla parte teorica del Convegno di Aprile.

Io penso che nelle 246 associazioni Avo, singole esperienze vi siano qua e là, casuali od organizzate, comunque realizzate.

Vi chiederei quindi:

a) una prima urgente comunicazione succinta per avere idea esatta di quanti casi possiamo raccogliere (spero almeno un centinaio),

b) una relazione completa (risultati ottenuti, rapporti e aiuti concretizzati, collaborazione con specialisti curanti durante il ricovero e specialmente nel post ricovero), entro il 15 di febbraio, per poter avere il tempo di assemblare ed elaborare i dati.

Per favore rispondano tutte le AVO – anche negativamente -, e anche quelle che non hanno avuto esperienze dirette, ma di cui sono ‘comunque’ a buona conoscenza.

Questo Progetto è estremamente importante, non solo per la materia trattata, ma anche per mostrare la “vitalità” sociale del nostro volontariato.

Un abbraccio a tutti, con amore.

Il presidente onorario dell’Associazione Fondatori

(Longhini prof. Erminio)

ONLUS

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